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MONTE CASTRA

Da visitare

MONTE CASTRA ( mt.506 )

E’una delle propagini meridionali dell’Albenza. La toponomastica richiama la funzione  militare difensiva del sito, probabilmente un baluardo fortificato a difesa dei confini e delle vie di accesso alla valle.
Ipotesi confermata dai resti di un acquedotto tuttora  in minima parte rintracciabili e da alcuni toponimi. La natura del sito è oggi irrimediabilmente compromessa dai lavori di una cava di quarzo che hanno distrutto gran parte del territorio. Già negli anni settanta avevo avuto la possibilità di notare e fotografare, oltre ad alcuni tratti del così detto “ acquedotto romano” anche una torre sommitale diroccata e alcuni resti
di fondamenta murarie antiche sul versante meridionale, testimonianze oggi scomparse.

IN MONTE CASTRA
Toponomastica e archeologia di un territorio
A cura di Nevio Basezzi studioso e ricercatore esperto in speologia e delle testimonianze preistoriche bergamasche. Autore con Mario da Sovere del libro - Toponomastica della Valle Imagna.


STROZZA

Territorio situato all’imbocco della Valle Imagna, in prossimità della confluenza tra il torrente Imagna e il Fiume Brembo,  rappresenta  una sorta di strettoia, passaggio obbligato per la viabilità  della valle.
La contiguità con la piana di Almenno S.Salvatore con la quale ha condiviso l’organizzazione amministrativa e l’influenza della colonia romana insediatasi nel Pagus Lemennis, attraversata dalla strada militare per la Rezia, ha lasciato sul territorio di Strozza  alcune testimonianze di epoca romana, risalenti probabilmente al periodo tardo-antico, appartenenti ad alcune opere difensive  che sono andate col passare del tempo in gran parte distrutte e dimenticate.


Tracce dell'acquedotto presso Cà Campo

Affioramento del canale in Val Settima

La cava di quarzite vista dalla strada provinciale

L’ACQUEDOTTO
Le tracce iniziano in territorio di Almenno. In prossimità dell’uccellanda presso la Forcella del Castra. Proseguono nella Val Settimana, attraverso la cava, e ricompaiono nei pressi di Ca’Campo. Il canale proseguiva successivamente lungo la Val Pissarola, ricca di acque sorgenti che sgorgano al di sotto della località S.Defendente della Roncola S.Bernardo. Lungo la Val Pissarola è tuttora presente, nel letto del torrente un invaso di ampie dimensioni chiamato la Piscina. La lunghezza del canale viene calcolata in Km. 2 circa. I tratti superstiti sono con sezione a cielo aperto, in calcestruzzo ricco di coccio pesto. Dimensioni 20 cm x 20 cm. Tuttavia una foto risalente ai primi lavori di cava testimonia un tratto di canale interrato con copertura in lastra calcarea

VAL SETTIMANA
Era attraversata da un’antica mulattiera che partiva dalla forcella del Castra per raggiungere la frazione Cà Campo. I lavori di cava hanno cancellato i segni dell’uomo e le testimonianze storiche.  Tuttavia presso Ca Campo è tuttora possibile rintracciare un tratto del canale interrato
Resta il toponimo che ci offre un interessante motivo di lettura.
La “Notitia Dignitatum “ documento risalente alla fine del IV secolo, conservato nella Bibliothèque Nationale de France a Parigi, elenca tutte le cariche militari e civili dell’Impero , tra cui figura l’elenco completo delle Legioni che costituivano l’esercito Romano. Tra esse troviamo i “ SEPTIMANI JUNIORES e I SEPTIMANI SENIORES, con l’emblema distintivo di ogni legione  rappresentata sullo scudo. I Septimani Seniores  appartenevano alle truppe di confine dislocate lungo una linea di posti fortificati  (CASTRA ) ai piedi delle alpi Lombarde. Nel tardo Impero, dopo la rottura del LIMES TRANSALPINO, centro di comando dell’Impero diviene Milano,  capitale dell’Impero Romano di occidente (286 ). Le minacce di invasioni che caratterizzarono l’epoca tardo-imperiale dell’ Agro Milanese ,indusse l’imperatore a creare dei muniti punti difensivi lungo l’arco prealpino. Il LIMES di difesa, era costituito da una serie di fortificazioni , poste solitamente in posizione strategica,con lo scopo di controllare le strade ed i passaggi obbligati, utilizzato poi dai Goti, già truppe ausiliarie dell’Impero e ulteriormente potenziato nel periodo di Onorio e Costanzo III, verso la fine del IV secolo-inizi V, con il TRACTUS ITALIAE CIRCA ALPES.
Analizzando la toponomastica in un contesto archeologico che sia pure sconvolto e quasi ignorato, tuttavia conserva reperti di una certa importanza, quali i resti dell’antico acquedotto, appare sostenibile l’ipotesi che Il Monte Castra di Strozza, abbia potuto appartenere all’organizzazione difensiva del territorio in epoca tardo Imperiale, e abbia conservato oltre ai pochi resti di un acquedotto, che la leggenda vorrebbe costruito dal diavolo, anche il nome dei Legionari nella Val Settimana.


LA VAL PISSAROLA e la PISCINA
Il più importante affluente del Torrente Imagna che scende dalla località sotto S.Defendente ( Roncola) ,ricco di acque sorgive, forniva  senza dubbio un’acqua di ottima qualità all’organizzazione del Castrum. Nel tratto superiore del Corso d’acqua, da Amagno verso Roncola  si possono  osservare ancora dei resti di manufatti antichi, in blocchi di pietra o in cotto, forse resti di mulini scomparsi o del canale dell’ acquedotto. Interessante è l’invaso chiamato “ La Piscina “, tuttora visibile nel letto del corso d’acqua , poiché il  termine  indica una struttura normalmente presente negli acquedotti romani, accompagnata spesso dall’aggettivo LIMARIA, in quanto aveva la funzione di far sedimentare sul fondo le sabbie e le impurità, di solito  situata nelle vicinanze del capo-fonte.


DUNO
Si tratta di un rilievo collinare situato alla confluenza  dei fiumi Brembo e Imagna,in territorio di Clanezzo (Almenno S.Salvatore). L’insediamento protostorico, presumibilmente dell’età del ferro occupava una posizione  strategica per controllare la via pedemontana tra Bergamo e Lecco. Su questo colle sono stati ritrovati resti ceramici di impasto che sembrano  opera di un popolo di matrice celtica ivi stanziato prima della conquista romana. La collina appare artificialmente spianata, terrazzata e conserva tracce di una cinta muraria stimata per una lunghezza di 900 metri circa.
La vicinanza di questo dosso fortificato con il Monte Castra, per la sua posizione strategica, può aver indotto i militari romani a riutilizzare il sito. Integrandolo nell’organizzazione difensiva del territorio

UN CULTO DI ORIGINE BIZANTINA: S.MOMA’
Nella frazione Ca Campo, già  toccata dall’acquedotto romano, nel piccolo oratorio dedicato a San Pantaleone  e a Santa Brigida, si venera un santo galattoforo: San Momà,o Mamante o Mamete. Il Santo si presenta  con una mammella nella mano tesa e viene invocato dalle puerpere e dalle nutrici,che lo invocano per avere latte a sufficienza per le loro creature
Giovane pastore di Cesarea in Cappadocia, morì martire sotto Aureliano nell’anno 259. E’ uno dei santi più popolari dell'Oriente Bizantino. Il suo culto,antichissimo,è particolarmente diffuso in ambienti pastorali. E’ considerato anche protettore degli animali che lo nutrirono col loro latte,urante la fuga a causa delle persecuzioni, e dei formaggiai. La presenza di questo culto  nello minuscola frazione di Ca Campo in valle Imagna, potrebbe essere un'altra testimonianza dell’ influsso dovuto alla presenza dei legionari romani sul Monte Castra e dintorni.

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